I sintomi della schizofrenia generalmente sono caratterizzati da alterazioni della percezione, del pensiero e da un’affettività appiattita ed inappropriata. Lo stato di coscienza e le capacità intellettuali sono solitamente conservate, anche se con il passare del tempo possono comparire dei deficit cognitivi. I sintomi della schizofrenia sono spesso classificati come positivi e negativi (Andreasen e Olsen 1982). Entrambi i tipi di sintomi, possono essere presenti in diversa proporzione nei diversi periodi della malattia e possono causare problemi nel funzionamento sociale del soggetto.
Sintomi positivi: sono relativamente facili da identificare, poiché riflettono una condizione evidentemente diversa dal normale, compromettendo significativamente il funzionamento sociale. Sono sintomi positivi: le allucinazioni, i deliri, il comportamento bizzarro e i disturbi formali del pensiero.
Sintomi negativi: sono spesso stigmatizzanti, in particolare nella cultura occidentale, perché vengono interpretati erroneamente come segni di pigrizia, di fragilità psicologica, di mancanza di volontà nel condurre una vita partecipata ed attiva, segno più di una scelta volontaria di uno stile di vita contraddistinto dal ritiro sociale e dalla non volontà di assumersi responsabilità, piuttosto che come sintomi di una malattia. I sintomi negativi sono: alogia (mancanza di logica), abulia (mancanza di volontà), deficit cognitivi (memoria, attenzione, funzioni esecutive), appiattimento affettivo.
SINTOMI POSITIVI
Allucinazioni – sono un disturbo della percezione: il soggetto ha delle false percezioni in assenza di stimoli esterni. Ciascuno dei cinque sensi può essere colpito da esperienze allucinatorie (uditive, tattili, gustative, olfattive e visive).
Allucinazioni uditive: il soggetto riferisce voci, suoni o rumori. Le più comuni negli schizofrenici sono le voci di famigliari o di sconosciuti che commentano la vita o il comportamento del paziente (voci commentanti); oppure due o più voci possono dialogare tra loro, di solito a proposito di qualcosa che riguarda il paziente (voci dialoganti). Le voci possono apparire al paziente come minacciose, accusatorie, offensive o, al contrario, inoffensive ed amichevoli.
Allucinazioni cenestesiche: il soggetto ha delle false percezioni somatiche, come il prurito, o ha la percezione che il suo corpo sia cambiato di forma.
Allucinazioni olfattive: il soggetto sente, a volte riferiti al proprio corpo, degli odori inconsueti e sgradevoli.
Allucinazioni visive: il soggetto vede forme, colori e persone non realmente presenti.
Deliri – identificano disturbi del contenuto del pensiero; sono false convinzioni che possono più o meno influenzare il comportamento del soggetto.
Delirio di persecuzione: il soggetto ha la convinzione che qualcuno (amici, vicini, estranei) trami contro di lui; è convinto di essere seguito, che il suo telefono sia controllato, la sua casa perquisita.
Deliri megalomanici o di grandezza: la persona crede di avere capacità e poteri incomparabili. Può pensare di essere un personaggio famoso o dotato di talento straordinario nella scrittura, nella composizione musicale, o come inventore.
Delirio di gelosia: il soggetto crede, senza nessuna reale evidenza, che il proprio partner abbia una relazione con un’altra persona; cerca quindi qualsiasi indizio per tentare di provare tale relazione (scontrini, capelli, tracce di profumo…).
Deliri mistici: devono essere analizzati tenendo in considerazione il back-ground religioso e culturale dell’individuo. Si può presentare a carattere religioso, estatico o riguardare un sistema religioso nuovo (il soggetto pensa di essere il detentore di nuove verità soprannaturali e di possedere capacità divinatorie).
Delirio di riferimento: il soggetto crede che affermazioni o eventi si riferiscano specificatamente a lui; egli pensa, per esempio, che notizie trasmesse dalla tv si riferiscano a lui, o abbiano uno speciale significato che lo riguarda.
Delirio somatico: la persona crede che il proprio corpo sia cambiato, anormale, ammalato. Talvolta questo tipo di delirio può essere associato ad allucinazioni cenestesiche.
Delirio di influenzamento: il soggetto crede che le proprie azioni o sensazioni siano controllate da qualche forza esterna e non le riconosce come proprie, ma indotte da altro.
Delirio di diffusione del pensiero: l’individuo crede che i propri pensieri si diffondano al di fuori di sè in modo tale che le persone possano udirli.
Delirio di lettura del pensiero: la persona crede che altri conoscano i suoi pensieri perchè leggono nella sua mente.
Delirio di inserzione del pensiero: il soggetto crede che i propri pensieri non siano sviluppati personalmente, ma bensì inseriti nella sua mente contro il suo volere.
Comportamento bizzarro – la valutazione dei comportamenti bizzarri deve essere effettuata tenendo in considerazione le consuetudini sociali; il comportamento è inconsueto o strano in questi soggetti: per esempio spogliarsi in pubblico, vestire con più cappotti, sciarpa e guanti in una giornata afosa estiva, fare gesti strani, o assumere espressioni facciali incongrue, fare smorfie senza apparente motivo.
Disturbi formali del pensiero
Tangenzialità: le risposte della persona possono essere correlate alle domande in modo obliquo, o completamente non correlate.
Deragliamento: in un discorso spontaneo si assiste alla mancanza di coesione fra le frasi; le idee passano da un argomento ad un altro senza alcuna connessione.
SINTOMI NEGATIVI
Appiattimento affettivo: la persona mostra una diminuzione delle normali emozioni, apparendo emotivamente piatta e non in grado di rispondere alle varie situazioni esterne. Spesso il soggetto mostra reazioni inappropriate ed incongrue, può sembrare senza obiettivi, indeciso e spesso impulsivo; si evidenzierà una riduzione della mimica facciale, dei movimenti spontanei, della gestualità espressiva, delle variazioni del tono di voce.
Apatia/Abulia/Anergia: possono esserne segni la scarsa cura personale, anche nell’igiene, e la carenza di costanza sul lavoro; la persona sembra disinteressata alle attività quotidiane, presenta assenza di reattività emotiva (apatia), scarsa capacità decisionale e scarsa capacità volitiva, con inibizione dell’iniziativa (abulia), perdita di slancio vitale e delle forze (anergia).
Alogia: la persona può manifestare un linguaggio povero di contenuto e un eloquio lento; nei casi estremi il discorso può limitarsi a frasi brevi, altre volte il discorso può essere più lungo, ma senza nessun contenuto.
Anedonia/Asocialità: la persona presenta perdita di interesse per le attività ricreative, per l’attività sessuale, presenta difficoltà a fare e mantenere delle amicizie o conoscenze, diventa incapace di avere relazioni intime.
Deficit di attenzione: il soggetto mostra incapacità di focalizzare l’attenzione e si presenta facilmente distraibile.
Deficit di memoria: la persona può mostrare alterazioni della memoria a breve e lungo termine.
Deficit nelle funzioni esecutive: il soggetto mostra un deficit nell’elaborazione e nella risoluzione dei problemi e nello svolgimento di un progetto.