Secondo una ricerca dell’Università di Montréal e della McGill University di Verdun e pubblicata su Plos One, il cervello delle persone anziane si mantiene in forma con 30 minuti al giorno di videogame in 3D.
Dalla ricerca è emerso che questo metodo risulta essere più efficace dell’imparare a suonare uno strumento musicale e aumenta il volume di materia grigia nell’ippocampo (fondamentale per la salute cognitiva nel lungo periodo).
La ricerca
Lo studio, durato 6 mesi, ha interessato 33 persone di età compresa tra i 55 e i 75 anni, divisi in 3 gruppi, con compiti differenti:
- il compito del primo gruppo era quello di giocare mezz’ora al giorno per cinque giorni a settimana ad un videogioco in 3D.
- il secondo gruppo è stato invitato ad imparare a suonare uno strumento musicale (il pianoforte), attraverso lezioni autogestite, sempre per 30 minuti al giorno per cinque giorni a settimana.
- Il terzo gruppo, invece, detto “di controllo”, non è stato incaricato di eseguire compiti particolari.
Prima, durante e dopo la sperimentazione, i partecipanti sono stati sottoposti a risonanza magnetica con focus su tre aree del cervello da testare: corteccia prefrontale dorsolaterale, cervelletto e ippocampo.
I risultati
Dall’analisi è emerso che il gruppo che aveva giocato ai videogiochi presentava un aumento significativo di volume della materia grigia nell’ippocampo e nel cervelletto, mentre chi aveva studiato pianoforte aveva riportato comunque un lieve aumento nella corteccia prefrontale e nel cervelletto.
Al contrario del gruppo di controllo, che in sei mesi ha mostrato una significativa perdita di materia grigia sia nell’ippocampo che nel cervelletto e nella corteccia prefrontale.
Perché queste 3 aree del cervello sono importanti:
- corteccia prefrontale dorsolaterale – controlla la pianificazione, il processo decisionale e l’inibizione
- cervelletto – controllo motorio ed equilibrio)
- ippocampo – memoria spaziale ed episodica, fondamentale per contrastare il declino cognitivo
fonte: http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0187779