Per lo scienziato, siamo privati dei sogni come siamo privati del sonno. Secondo Rubin Naiman, psicologo dell’Università dell’Arizona, e autore dello studio “Dreamless: the silent epidemic of REM sleep loss”, molti dei problemi di salute attribuiti alla perdita di sonno, in realtà dipenderebbero da un’epidemia silenziosa della privazione di sonno REM, quello preposto ai sogni.
Durante questa fase, infatti, avviene l’attività onirica e il cervello lavora in modo molto intenso. Non andare in fase REM potrebbe portare a disturbi di vario genere e gravità: da irritabilità ad aumento di peso, dai disturbi psichici a quelli della personalità, alle allucinazioni, mentre si potrebbe assistere ad un calo della memoria e delle difese immunitarie.
Durante lo studio, lo psicologo ha raccolto e analizzato numerosi dati relativi alle cause e all’entità della perdita di sonno REM, associandole all’utilizzo di farmaci, disturbi dovuto all’uso di sostanze, disturbi del sonno, alterazioni dei fattori comportamentali e dello stile di vita.
In conclusione, per l’autore dello studio la perdita dei sogni (e della fase di sonno REM) costituisce un grande pericolo (non ancora riconosciuto) per la salute pubblica, che in silenzio sconvolge le vite delle persone peggiorando le malattie in corso, contribuendo alla depressione e a un’erosione della coscienza.
Ad incidere negativamente sulla fase REM del sonno potrebbe contribuire anche lo stile di vita: insonnia, fumo, alcol e droga possono avere un impatto negativo sull’attività onirica, ma anche il fatto che non si è ancora molto consapevoli di quanto i sogni siano importanti per la salute.
La raccomandazione di Naiman è quindi quella di dare valore all’importanza dei sogni e del sonno REM per la salute fisica e mentale delle persone, e lavorare in questo senso.
Fonti: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/28810072/
https://www.agi.it/salute/sonno_salute_sogni_ricerca_effetti-2270722/news/2017-10-19/