Lo sviluppo degli antibiotici ha segnato una rivoluzione nel trattamento di molte malattie infettive e di infezioni, segnando un’importante evoluzione della medicina moderna. Ma l’antibiotico resistenza rischia di vanificare queste conquiste.
Parliamo della resistenza di alcuni batteri agli antibiotici: il fenomeno dell’AMR, Antimicrobial resistance è aumentato molto negli ultimi anni e sta diventando sempre di più un problema di salute pubblica. È causata da diversi fattori, tra cui:
- L’uso frequente (e inappropriato) di antibiotici sia in medicina umana sia in veterinaria;
- l’uso di questi farmaci in zootecnia e in agricoltura;
- la diffusione delle infezioni ospedaliere causate da microrganismi antibiotico-resistenti;
- una maggiore diffusione dei ceppi resistenti dovuto a un aumento dei viaggi internazionali e dei flussi migratori.
Quali sono le conseguenze dell’AMR?
L’uso inappropriato degli antibiotici causa la diffusione sempre più massiccia di ceppi resistenti a questi medicinali. L’AMR è un problema di sanità pubblica globale, con gravi implicazioni sia dal punto di vista clinico (aumento della letalità, della durata della malattia, sviluppo di complicanze, possibilità di epidemie), sia in termini di ricaduta economica perché usare altri farmaci per curare i pazienti resistenti agli antibiotici può risultare molto costoso, senza considerare che si possono protrarre i tempi di degenza e, in alcuni casi, possono permanere delle invalidità.
Secondo l’ultimo rapporto AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) sugli antibiotici, l’Italia è tra i Paesi con i dati peggiori per le resistenze a livello ospedaliero. Per avere un impatto positivo sulle resistenze agli antibiotici occorrerebbe ridurne l’uso del 50%.
L’AMR in Italia
Il consumo di antibiotici nel nostro Paese resta superiore alla media europea con una notevole variabilità regionale e valori più elevati al Sud rispetto al Centro e al Nord Italia. In particolare, nel triennio 2016-2019 i consumi di antibiotici erogati dalle farmacie pubbliche e private si sono ridotti solo del 5,8%, al di sotto dell’obiettivo auspicato dal Piano Nazionale Antibiotico-resistenza (PNCAR) per il 2020 (riduzione maggiore del 10%), mentre il consumo ospedaliero è cresciuto, nonostante l’obbiettivo PNCAR per il 2020 fosse una riduzione maggiore del 5%.
L’impiego inappropriato di antibiotici supera il 25% in tutte le condizioni cliniche studiate (influenza, raffreddore comune, laringotracheite, faringite e tonsillite, cistite non complicata) ad eccezione della bronchite acuta.
L’antibiotico resistenza è un’emergenza sanitaria a tutti gli effetti, ma, ai più, risulta silente.