Alimentazione e sonno sregolati, vita sedentaria e social sempre più presenti: pandemia e lockdown non hanno fatto altro che peggiorare alcune tendenze nello stile di vita degli adolescenti italiani, che già prima presentava diverse criticità. Questa la fotografia scattata dall’indagine “Adolescenti un anno dopo”, dell’associazione Laboratorio Adolescenza e dall’Istituto di ricerca IARD, a cui hanno partecipato 10500 ragazzi tra i 13 e i 19 anni.
Sonno e cibo “on demand”
Il primo dato poco rassicurante è quello che riguarda il sonno, non tanto per il numero di ore passate a letto (il 43,4% ha dichiarato di aver dormito di meno, ma è controbilanciato dal 35% che ha dormito di più), ma per la loro distribuzione: durante i mesi scolastici coincisi con la pandemia il 43% dei ragazzi è andato a dormire dopo le 23 e, se consideriamo solo gli studenti delle superiori, la percentuale sale al 63%. Nel 2019 solo il 28% dei ragazzi andava a dormire dopo quell’ora. I ragazzi hanno dormito in modo disordinato, molte meno ore di notte e di più la mattina o nel corso della giornata, secondo una modalità “on demand”: dormo quando ho sonno. Stessa tendenza per quanto riguarda il cibo: il 53,6% degli studenti, infatti, ha mangiato in modo più sregolato del solito. In particolare, secondo dati riportati dal Corriere Salute, l’82% degli adolescenti ha consumato abitualmente snack fuori pasto (nel 2018 erano il 78,4%). Il 52,6% ha inoltre aumentato le quantità, con percentuali che arrivano al 55% tra gli studenti delle superiori.
Quasi la metà degli studenti italiani salta la prima colazione
Altro tasto dolente è la prima colazione, un pasto trascurato dai più giovani già prima della pandemia, soprattutto con la scusa della mancanza di tempo prima di andare a scuola. Ma durante la pandemia, nonostante il tempo trascorso in casa e la didattica a distanza, la situazione è peggiorata: solo il 52% degli studenti di terza media e il 50,5% dei liceali ha fatto abitualmente colazione (contro, rispettivamente, il 66,2% del 2015 e il 61,5% del 2018).
Niente sport per più di uno studente su tre
Alle cattive abitudini alimentari si abbina uno scarso interesse per la pratica sportiva (in un anno scolastico in cui, tra l’altro, i ragazzi non hanno potuto svolgere le due ore settimanali di educazione fisica). Se è incoraggiante il fatto che, nel 2020, il 42,2% dei maschi e il 20,2% delle femmine abbiano svolto più di 4 ore di sport a settimana, colpisce che il 32% degli intervistati abbia potuto fare molta meno attività fisica rispetto al solito e il 38,4% non l’ha potuta fare per nulla, o quasi. A questi va aggiunto un 15% di ragazzi che non praticava sport neanche prima della pandemia.
Social sempre più in aumento e consumo di alcol in calo
L’indagine ha poi affrontato anche altri aspetti dello stile di vita di ragazzi e ragazze. I social network si confermano come sempre più presenti nelle loro giornate, complice anche l’aumento delle ore passate in rete (causa Dad). L’80% degli adolescenti, durante l’anno della pandemia, ha utilizzato i social “più che in passato” e tra questi il 45% ha precisato “molto più che in passato”. Il social più amato è Instagram (90% del campione), mentre quello cresciuto di più è TikTok (65%). Si conferma lo scarso interesse dei più giovani verso Facebook: lo usa solo il 15% dei ragazzi. Un fenomeno positivo è che l’aumento della presenza sui social non è coinciso con un incremento del cyberbullismo. Altro dato positivo: il consumo di alcol è rimasto pressoché invariato, considerando che il 19,2% degli adolescenti dice di aver consumato più bevande alcoliche, ma è compensato dal 20,1% che ha bevuto meno. Sono inoltre diminuiti i ragazzi che hanno dichiarato di essersi ubriacati almeno una volta nella vita (in genere in occasioni ricreative con amici): l’11% degli studenti delle medie (contro il 22,3% del 2019) e il 43,7% di quelli delle superiori (nel 2019 erano il 51,5%). Dati alla mano, “sarà importante capire se l’effetto covid sarà superato come una spiacevole parentesi o lascerà il segno in una generazione che, sia pure non dal punto di vista sanitario, ha subito moltissimo le privazioni sociali imposte dalla pandemia – ha sottolineato il presidente di Laboratorio Adolescenza Maurizio Tucci -. Gli adolescenti saranno resilienti, o si porteranno dietro le cicatrici di questa esperienza che ha di fatto sospeso un processo evolutivo ed esperienziale che a quell’età è fondamentale? Dipenderà da loro ma anche, moltissimo, da noi”.
Bibliografia:
Adolescenti un anno dopo, Associazione Laboratorio Adolescenti e Istituto di ricerca Iard, 2021 (anticipazione)
Corriere della Sera, inserto Corriere Salute del 24 giugno 2021