Rimini, 19 agosto 2020 – Si è tenuto oggi, nel quadro del Meeting di Rimini 2020, un importante momento di confronto dal titolo “TEMPO DI RIPARTIRE E TORNARE A CURARSI: LA SALUTE NON PUÒ ASPETTARE” sulle conseguenze dell’epidemia da COVID-19 nel rapporto medico e paziente. La distanza tra medico e paziente è stata confermata anche dai dati di consumo dei farmaci all’interno delle farmacie italiane. Si è rilevato un calo del consumo di farmaci del 20%, il che rappresenta un fenomeno grave che testimonia una vera e propria paura di curarsi dovuta all’epidemia.
Durante la tavola rotonda, esponenti di rilievo nazionale del mondo scientifico, medico e farmaceutico hanno fatto il punto su uno degli effetti più evidenti della pandemia che riguarda il graduale svuotamento degli ambulatori di medicina generale e, in ampia misura, anche di quelli specialistici.
La tavola rotonda è stata moderata da Riccardo Zagaria, Amministratore Delegato DOC Generici, e ha visto la presenza di nomi di spicco del mondo della salute: Filippo Anelli, Presidente FNOMCeO – Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri; Lucio Corsaro, Direttore Generale MEDIPRAGMA Srl; Filomena Maggino, Presidente della Cabina di Regia “Benessere Italia”; Lorenzo Mantovani, Direttore CESP – Centro di Ricerca Sanità Pubblica, Università Milano Bicocca.
Lo scenario attuale ha inevitabilmente modificato il comportamento dei pazienti che, per timore del contagio, hanno gradualmente limitato la frequentazione degli studi medici. Ciò ha portato ad un inevitabile calo di accessi dei pazienti agli ambulatori di medicina territoriale e specialistica, dall’inizio della pandemia fino alle ultime settimane. Le conseguenze di questo allontanamento non sono banali: un compromesso controllo delle patologie e una mancata aderenza terapeutica. Nel peggiore dei casi, l’abbandono delle cure potrebbe avere un impatto negativo sulla salute degli italiani e sull’intero Sistema Sanitario.
Una ricerca molto recente condotta da MEDIPRAGMA, ha rilevato che se a febbraio 2020 il medico di medicina generale visitava in media 21 pazienti, nei mesi successivi – aprile/maggio – la media è scesa a 7/mese. Il calo della frequenza di visite dal medico di medicina generale è stato determinato da diversi aspetti: motivi economici che hanno determinato un calo dal 5% al 12%, allungamento della durata delle singole visite, ricezione dei pazienti esclusivamente per appuntamento, diffidenza dei pazienti nel frequentare ambulatori medici.
Il calo delle visite cardiologiche del 33% e di quelle pediatriche diminuite del 53% è un effetto allarmante che non può essere ignorato. Basti pensare che durante il mese di giugno 2020 solo 3 Italiani su 10 hanno effettuato una visita medica, non direttamente correlata al COVID-19 e che, a luglio, prendendo ad esempio l’ambito cardiologico si è rilevata una drastica riduzione di ricoveri per infarto (48% in meno da febbraio a luglio) con significativo aumento delle complicanze e della mortalità.
La ricerca MEDIPRAGMA conferma inoltre che gli accessi agli ambulatori da parte dei pazienti ancora non sono tornati ai livelli pre-COVID19, anche se si osserva una ripresa rispetto al periodo di lockdown. Al contrario, crescono le richieste di ricette digitali e con esse tutti gli strumenti digitali a supporto (es. piani terapeutici, telemedicina e teleconsulto) che divengono punto nevralgico per il futuro.
La gestione della relazione con il proprio medico è stata soggetta ad una rivoluzione di linguaggio, affidando lo scambio di informazioni o le richieste di supporto alle comunicazioni da remoto, bypassando così ogni possibile contatto personale: il 74% di coloro che hanno scelto di non effettuare visite comunica con il proprio medico tramite telefono, seguito da WhatsApp ed e-mail, soprattutto nel caso in cui il paziente necessiti di un rinnovo della prescrizione o del piano terapeutico.
“Il timore del contagio da COVID-19 ha drasticamente diminuito gli accessi ai servizi diagnostici e alle strutture ospedaliere per la prevenzione e il trattamento di diverse patologie. Questo gravissimo effetto ha inevitabilmente riacceso il dibattito sull’importanza della medicina territoriale. Come azienda farmaceutica vicina sia ai medici di medicina generale che agli specialisti, ci siamo chiesti come potevamo essere di supporto in questa situazione – ha dichiarato Riccardo Zagaria, CEO di DOC Generici. Ci siamo interrogati su quali potessero essere le azioni che incoraggiassero i pazienti a ritornare negli ambulatori, con le dovute accortezze, al fine di riconquistare una relazione unica e preziosa che non deve perdersi o scalfirsi a causa della paura del contagio. Per questo, a breve, DOC Generici lancerà una campagna di sensibilizzazione con l’obiettivo di incoraggiare sia i medici a comunicare l’importanza delle cure sia di sensibilizzare il paziente sull’importanza dell’aderenza terapeutica”.
In conclusione, il dibattito ha fornito alcune possibili soluzioni per consentire il ritorno alle cure da parte dei cittadini, come ad esempio il superamento della burocrazia dando maggiore autonomia ai professionisti della salute, l’attivazione e il miglioramento di strumenti di telemedicina, l’integrazione del territorio con le attività specialistiche. Altra possibile soluzione per rassicurare i pazienti e incoraggiare il ritorno a curarsi è l’organizzazione di percorsi differenziati tra i pazienti ovvero tra coloro che sono affetti da COVID-19 e coloro che non lo sono ma soffrono di altre patologie. Ultimo importante punto messo in luce è stata la necessità di garantire uguaglianza di accesso alle cure su tutto il territorio nazionale.
Il Sistema Sanitario Italiano ha mostrato delle fragilità e dei limiti strutturali che la Cabina di Regia del Ministero della Salute “Benessere Italia” si propone di superare attraverso, non solo degli investimenti mirati, ma anche con un approccio sistemico teso alla ricostruzione dei servizi territoriali che garantiscano, in piena sicurezza, le cure più appropriate.
DOC Generici, anche in questo momento molto complesso e di grande paura, desidera fare la propria parte per sostenere la relazione medico-paziente. Essere al fianco dei medici e dei pazienti in questa emergenza è una scelta DOC.