Da alcune settimane DOC Generici sta modificando le confezioni dei prodotti dell’area cardiovascolare. L’obiettivo è quello di facilitare l’aderenza alla terapia, soprattutto nei pazienti fragili e anziani.
DOC ha preso questa decisione perché i pazienti in politerapia, ad esempio diabetici che assumono anche antidepressivi, dislipidemici ed altri ancora possono arrivare a prendere fino a sette o otto farmaci diversi durante la stessa giornata. Dalle informazioni raccolte attraverso medici, farmacisti e sul web l’azienda comprende quanto fondamentale sia che il paziente non faccia confusione tra le tante confezioni e dosaggi. La ormai usuale sostituzione tra farmaci generici rischia di complicare l’aderenza alla terapia, così ci si cerca di adeguare alle esigenze del paziente.
Complessivamente il listino DOC è rappresentato oggi da 353 referenze per 132 molecole.
Per ora la modifica sta avvenendo però nell’area cardiovascolare dove DOC concentra il 35% dei propri farmaci. Trattandosi di un’area di terapia cronica, con farmaci che si assumono tutti i giorni, questo tipo di problema è particolarmente sentito.
Le dimensioni, il formato delle scatole e il blister non sono cambiati. L’appartenenza all’area terapeutica è resa più riconoscibile da un colore specifico sulla confezione, ad esempio il baffo rosso contraddistingue l’area cardiovascolare. Sotto il baffo di appartenenza all’area terapeutica, un secondo baffo indica la sottoclasse, con il proprio colore di riferimento. Il logo è stato ingrandito ed il dosaggio è stato meglio evidenziato, all’interno di un bollino colorato. Nella realtà succede infatti che un paziente prenda più farmaci tutti a marchio DOC. Il cambio di confezione, ridurrà il rischio di confondersi.
DOC Generici detiene in Italia il 15,5% del mercato generici a valori (stime IMS a dicembre 2014). Dal 1 luglio 2013 DOC generici è controllata dal fondo britannico Charterhouse Capital Partners LLP, uno dei principali fondi di private equity in Europa. Questa acquisizione ha permesso all’azienda di mantenere la propria indipendenza, privilegiando l’Europa e soprattutto l’Italia nelle produzioni dei farmaci generici. Le officine che forniscono prodotti sono 54 di cui il 41% in Italia, il 47% in Europa, il 7% in Nord America e 5% in extra Eu (dove è compresa anche la Svizzera).