Dopo mesi passati chiusi in casa, molti italiani hanno riscoperto la voglia e la gioia di fare lunghe passeggiate: camminare è diventato lo sport più praticato. I benefici per la nostra salute sono risaputi, da tempo gli esperti raccomandano di camminare almeno mezz’ora al giorno per mantenersi in salute.
E la camminata ha diversi vantaggi rispetto ad altre discipline sportive: si può fare all’aperto, senza bisogno di pagare un’iscrizione in palestra; si può fare quando si vuole, in qualsiasi momento dell’anno e in qualsiasi posto: al mare, in campagna, in montagna. Camminare non impatta eccessivamente sulle nostre articolazioni e permette di bruciare di più rispetto alla corsa. Questo perché, non essendo un’attività che richiede sforzi eccessivi, permette di effettuare l’esercizio per un periodo più lungo rispetto alla corsa. Camminare di buon passo riduce il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, diabete e malattie metaboliche. Migliora l’efficienza dei nostri polmoni e della nostra respirazione. E anche a livello estetico i vantaggi non sono da sottovalutare: gambe, glutei e addominali si tonificano.
Si può dimagrire con la camminata? Si può, a patto di seguire un regime alimentare controllato.
Ma i benefici delle passeggiate non finiscono qui. Anche la nostra salute mentale ne può beneficiare, perché camminare aiuta a ridurre ansia, stress e a favorire il buon umore e la socializzazione. Ecco perché probabilmente la camminata sta appassionando milioni di italiani ed è diventata l’attività prediletta per scaricare le tensioni dovute al lockdown.
Detto questo, cosa vuol dire fare una passeggiata lunga? Ogni individuo ha un ritmo diverso: c’è chi in un’ora fa sei chilometri, chi cinque, chi sette. La cosa migliore è privilegiare il tempo rispetto alla distanza. Per avere degli effetti duraturi occorre camminare per almeno trenta minuti dalle tre alle cinque volte a settimana. Si tratta di diecimila passi al giorno. Fino ai 60 anni. Dopo si può abbassare l’asticella e arrivare a ottomila passi e dopo i 70 anni vanno bene anche cinquemila.
Fonte: Corriere Salute – giovedì 11 giugno – pag. 10 e 11