Epatite A, non correre rischi in vacanza

L’Epatite A è una malattia causata da un virus, colpisce il fegato e si trasmette attraverso alimenti e bevande contaminate o con il contatto diretto con persone infette. Ecco cosa c’è da sapere per non correre rischi, in particolar modo se hai in programma un viaggio in paesi con scarse condizioni igienico-sanitarie o in cui l’epatite A è endemica.
 
L’epatite virale A è una malattia infettiva acuta causata da un virus che aggredisce le cellule del fegato. Si distingue dalle epatiti virali B e C per le modalità di trasmissione (prevalente trasmissione fecale-orale) e per il fatto che non cronicizza mai.

Come puoi prevenire il contagio?

Principalmente con il rispetto delle norme igieniche generali per la prevenzione delle malattie a trasmissione oro-fecale. Ecco come:

  • Occhio ai frutti di mare crudi. La cottura è l’unico modo efficace per eliminare o inattivare il virus.
  • Lava accuratamente la verdura.
  • Lava e sbuccia la frutta.
  • Non bere acqua di pozzo.
  • Cura scrupolosamente l’igiene personale, specie delle mani: lavale dopo aver usato il bagno, dopo aver cambiato i pannolini dei bambini, prima di cucinare, di mangiare ecc.
  • Proteggi gli alimenti dagli insetti, che possono rappresentare un vettore per il virus.
  • Se hai in programma un viaggio in paesi con scarse condizioni igienico-sanitarie, mangia solo cibi cotti, bevi solo acqua in bottiglia e non consumare ghiaccio.

Come riconoscerla?

L’epatite A ha un decorso spesso asintomatico. I sintomi, quando presenti, sono caratterizzati da stanchezza, perdita di appetito, nausea e vomito intermittenti, febbre, dolori addominali e ittero (colorito giallognolo della pelle e delle sclere, la parte bianca dell’occhio), dovuto all’aumentata concentrazione di bilirubina nel sangue, a causa della diminuita funzionalità del fegato.
Si manifestano prevalentemente dopo 15-45 giorni dal contatto con il virus, mentre, con il proseguire della malattia possono comparire altri sintomi, come prurito, una colorazione molto scura delle urine (color marsala), una colorazione molto chiara delle feci.
La malattia ha generalmente un’evoluzione benigna, dura dalle 2 alle 10 settimane, e dopo la guarigione conferisce un’immunità permanente.

Come si cura?

L’epatite A non si cura con alcun farmaco, poiché, nella maggioranza dei casi, i sintomi sono lievi e la malattia si risolve spontaneamente. In generale si consiglia riposo a casa, per compensare la riduzione delle energie, dieta bilanciata, riducendo il consumo di alimenti troppo grassi a favore di quelli più facilmente digeribili, e assunzione di molti liquidi. Da evitare il consumo di alcol, che potrebbe causare ulteriori danni al fegato.
In casi molto rari si rende necessario il ricovero in ospedale, per tenere sotto controllo la funzionalità del fegato, gestire eventuali complicanze legate ad un’insufficienza epatica e fornire un’adeguata nutrizione.

Il vaccino 

È raccomandato ed offerto gratuitamente ai soggetti a rischio, tra cui:

  • persone affette da malattie epatiche croniche
  • persone che viaggiano in Paesi dove l’epatite A è endemica
  • persone che lavorano nei laboratori dove ci può essere contatto con il virus
  • omosessuali maschi
  • soggetti che fanno uso di droghe
  • contatti familiari di soggetti con epatite A in atto.

Efficace e ben tollerato, si tratta di un vaccino a virus inattivato, cioè ucciso, che viene somministrato, per via intramuscolare nella regione deltoidea (parte alta del braccio).
La vaccinazione può essere effettuata seguendo un calendario a 2 dosi a distanza di 6-12 mesi l’una dall’altra.
La protezione si raggiunge già dopo 14-21 giorni dalla prima dose, è quindi molto importante per proteggere rapidamente persone (es. familiari) venute in contatto con una persona affetta da epatite A o persone in procinto di recarsi all’estero in paesi a rischio. La seconda dose a distanza di 6/12 mesi dalla prima ne prolunga l’efficacia protettiva, fornendo una protezione per un periodo di 10-20 anni.
 
Per saperne di più:
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_207_allegato.pdf
http://www.salastampa.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?lingua=italiano&id=127&area=Malattie_infettive