Farmaci generici: preziosi durante la pandemia, ma occorre una nuova governance farmaceutica

Nonostante i nomi non facili da ricordare – rocuroniocisatracuriomidazolampropofol – questi farmaci generici nei primi mesi della pandemia sono diventati degli autentici blockbuster negli ospedali: a marzo 2020 la loro domanda è aumentata tra il 128% e il 782% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Si tratta di medicinali che prima della pandemia da Covid-19 si usavano molto poco, ma che in questi mesi si sono rivelati preziosi nelle terapie intensive. A dirlo è una recente ricerca svolta da Nomisma per conto di Egualia, l’associazione che rappresenta l’industria del farmaco generico in Italia e che è stata condotta intervistando le aziende del settore. 

Se questa notizia da una parte sottolinea l’importanza del farmaco equivalente nel nostro sistema sanitario, dall’altra mette in luce quanto sia importante mantenere in vita una “biodiversità di produzione” indispensabile alla sostenibilità del SSN, non solo in casi straordinari come quello della pandemia. Perché reperire questi farmaci, la cui domanda prima dell’inizio della pandemia non era così alta, non è stato per niente facile.  

 

Gli sforzi dell’industria dei generici in questi mesi 

I ricercatori Nomisma hanno analizzato come si sono mosse le aziende dei farmaci equivalenti durante la pandemia, soprattutto per evitare carenze di farmaci. La richiesta di medicinali è stata soddisfatta, ma gli ostacoli non sono stati pochi.  

Vediamone alcuni:  

  • oltre il 57% delle imprese ha segnalato difficoltà per la penuria o assenza di elementi necessari alla produzione; 
  •  il 73% ha dichiarato di aver avuto problemi ad approvvigionarsi di principi attivi; 
  • il 43% ha lamentato interruzioni anomale della supply chain.  

 

La quasi totalità delle aziende chiede catene di approvvigionamento più sicure e meno soggette a fluttuazioni, un numero di fonti di approvvigionamento adeguato lungo tutte le fasi produttive e l’accorciamento della catena grazie all’incremento della produzione europea. 

 

Da dove ripartire? 

In questo senso, Egualia ha annunciato per il prossimo anno investimenti per 300 milioni di euro, utili a  potenziare e rinnovare la produzione italiana di farmaci e principi attivi farmaceutici strategici per la salute. Ma nessun progetto di crescita starà in piedi se non si introducono modelli di prezzi, rimborso e meccanismi di gara più sostenibili per le imprese.  

Per questo ritengo– ha affermato il presidente di Egualia, Enrique Häusermann – che, accanto alle priorità condivise da affrontare nell’ambito del Recovery Fund per il settore sanitario (l’omogeneità del diritto alla salute su tutto il territorio nazionale, il potenziamento della medicina territoriale, il potenziamento della Sanità digitalesia indispensabile affrontare una volta per tutte il tema del contesto regolatorio e di Governance del settore farmaceutico”.  

 

Fonti: #1 Rapporto Nomisma – #5 Newsletter Egualia