Provoca più decessi di alcool, AIDS, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme. Fumare, ormai si sa, fa malissimo. Anzi, uccide. 20 sigarette al giorno riducono di circa 4-6 anni la vita media di un giovane che inizia a fumare a 25 anni. È stato stimato che di 1.000 maschi adulti che fumano uno morirà di morte violenta, sei moriranno per un incidente stradale e 250 moriranno per patologie correlate all’uso del tabacco. Ma smettere di fumare è possibile. Da soli o con l’aiuto del medico curante e dei Centri Anti Fumo della propria zona.
Il fumo uccide, ecco come
Pur con grave ritardo, ormai praticamente tutti sono consapevoli che fumare faccia male alla salute. Meno noti sono i tanti e diversi danni provocati dal fumo di tabacco; vale quindi la pena ricordare almeno i danni più frequenti nella speranza che questo possa indurre il maggior numero di persone a smettere di fumare e tanti giovani a decidere di non iniziare mai:
- Il tabacco provoca più decessi di alcool, AIDS, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme.
- Il fumo uccide: 20 sigarette al giorno riducono di circa 4-6 anni la vita media di un giovane che inizia a fumare a 25 anni.
- È stato stimato che di 1.000 maschi adulti che fumano uno morirà di morte violenta, sei moriranno per un incidente stradale e 250 moriranno per patologie correlate all’uso del tabacco.
- La gravità dei danni fisici dovuti all’esposizione (anche passiva) al fumo di tabacco è direttamente proporzionale all’entità complessiva del suo abuso. Determinanti sono: l’età di inizio, il numero di sigarette giornaliere, il numero di anni di fumo e l’inalazione più o meno profonda del fumo.
Il fumo è una delle principali cause di:
- bronchite acuta e, alla lunga, bronchite cronica ed enfisema polmonare (abnorme dilatazione degli alveoli con distruzione delle loro pareti): episodi asmatici ed infezioni respiratorie ricorrenti aumentano per incidenza e gravità;
- tumore polmonare: si stima che in Italia il fumo sia responsabile del 91% di tutte le morti per cancro al polmone negli uomini e del 55% nelle donne, per un totale di circa 30.000 morti l’anno;
- infarto miocardico: il fumo è la causa principale di infarto e di malattie coronariche in uomini e donne e si associa al 30% delle morti causate da malattie coronariche. Il fumo di sigaretta aumenta il rischio di aterosclerosi e di infarto miocardico perché danneggia le cellule che rivestono internamente i vasi arteriosi, favorendo la formazione di placche ostruttive e di trombi. I fumatori corrono un rischio di ammalarsi che è più del doppio di quello dei non fumatori. Smettendo di fumare il rischio si riduce dopo solo un anno di astinenza; dopo 20 anni diventa simile, ma sempre un po’ superiore, a quello di chi non ha mai fumato;
- ictus: si manifesta con perdita di conoscenza e può portare alla morte o determinare la paralisi di una parte del corpo. L’ictus è al terzo posto fra le cause di morte negli U.S.A. ed anche in Italia è molto frequente. Il rischio di ictus aumenta del doppio tra i fumatori. Smettendo di fumare il rischio si riduce drasticamente già dopo un anno; dopo 5-10 anni diventa sovrapponibile a quello di chi non ha mai fumato;
- cancro: il fumo aumenta il rischio di cancro della vescica, del fegato, della laringe, dell’esofago e del pancreas;
- danni alla sessualità maschile: il fumo di sigaretta è un fattore di rischio importantissimo nello sviluppo della disfunzione erettile. Il fumo di sigaretta amplifica notevolmente il rischio di impotenza, specie quando associato a patologie cardiovascolari e relative terapie farmacologiche. In uno studio, nei pazienti trattati per una patologia cardiaca la probabilità di una impotenza completa è risultata del 56% tra i fumatori e del 21% tra i non fumatori.
Recenti studi hanno evidenziato che il tabagismo, protratto a lungo nel tempo, aumenta notevolmente il rischio di declino mentale; i soggetti fumatori sono maggiormente soggetti ad un danneggiamento dei vasi sanguigni, compresi quelli cerebrali. Il fumo causa un restringimento ed un indurimento delle arterie, compromettendo l’apporto di ossigeno al cervello.
Il fumo è dannoso anche dal punto di vista estetico perché accelera l’invecchiamento della pelle;
inoltre diminuisce le difese immunitarie nei confronti della placca batterica, determina un ingiallimento della dentina, aumenta il rischio di gengiviti e promuove l’insorgenza del cancro della bocca.
Il fumo influisce negativamente sull’apparato riproduttivo femminile, può provocare menopause più precoci di circa 2 anni rispetto alle donne non fumatrici in quanto il fumo altera la normale produzione di ormoni sessuali femminili. Una donna gravida che fuma ha un aumentato rischio di aborti, di partorire bambini nati morti e di partorire neonati sottopeso. Il fumo durante la gravidanza può causare un ritardo di crescita e di sviluppo mentale, oltre che polmonare, del bambino.
Il fumo è, inoltre, un fattore di rischio per lo sviluppo e la progressione di un precoce danno renale e per il peggioramento della retinopatia nei soggetti diabetici.
L’esposizione al fumo di tabacco ambientale, inoltre, costituisce un rischio sanitario significativo per i non fumatori. Secondo la Environmental Protection Agency è “uno dei più diffusi e pericolosi fattori inquinanti dell’aria degli ambienti confinati”. Il fumo passivo è in grado di indurre il cancro polmonare nei soggetti non fumatori. Infine, i figli di genitori fumatori hanno rivelato una maggiore incidenza di polmoniti, di bronchiti e crisi asmatiche rispetto ai figli di genitori non fumatori.
In Italia il fumo passivo sarebbe responsabile di un migliaio di morti l’anno. Anche gli studi epidemiologici più ottimistici valutano che il rischio cumulativo di morte per tumore polmonare sia di un morto ogni 1.000 persone esposte al fumo passivo.
Smettere di fumare è possibile
Milioni di persone hanno smesso di fumare. I più recenti dati ISTAT indicano che il 90% degli ex fumatori ha smesso senza bisogno di aiuto, ma provando in media 6 volte. Per smettere di fumare e non farlo da soli, la cosa migliore da fare è consultare il proprio medico di famiglia e decidere un percorso di disassuefazione di comune accordo. Ormai è accertato che, maggiore è il supporto che si riceve, più è alta la probabilità di smettere di fumare in modo definitivo.
Il medico di famiglia è in grado di aiutare e sostenere chi intraprende il percorso di disassuefazione o, qualora lo ritenesse opportuno, di indirizzare il paziente al Centro Anti Fumo più vicino.
Utili ausili per chi vuole smettere di fumare sono, ad esempio, la “Guida pratica Smettere di fumare” predisposta dall’Istituto Superiore di Sanità e il Telefono verde contro il fumo (800 554088), un servizio anonimo e gratuito fornito, anche questo, dall’Istituto Superiore di Sanità.
Nota: Le informazioni riportate in questo testo non sostituiscono in alcun modo i consigli, il parere, la visita, la prescrizione del medico.
Bibliografia
Ministero della Salute. Danni derivati dall’uso del tabacco. http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_463_listaFile_itemName_0_file.pdf
Ministero della Salute. Fumo. http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_5.jsp?lingua=italiano&area=stiliVita&menu=fumo