L’impoverimento dell’osso comincia intorno ai trent’anni, ma nelle donne subisce un’accelerazione dopo la menopausa. L’incidenza dell’osteoporosi e delle fratture correlate aumentano con l’aumentare dell’età fino a colpire nell’arco della vita una donna su tre e un uomo su cinque. L’osteoporosi può essere prevenuta, diagnosticata e trattata per ridurre il rischio di incorrere in una frattura. Ecco cosa fare per curarla ma, soprattutto, per prevenire i danni.
Di cosa si tratta
L’osteoporosi è una malattia caratterizzata sia da una riduzione della quantità dell’osso che da un’alterazione della sua architettura. Queste alterazioni si instaurano progressivamente, di norma senza indurre il manifestarsi di sintomi, e causano una maggiore fragilità dell’osso che è esposto a un maggior rischio di fratture.
Quali sono le zone più colpite?
Più spesso interessati sono l’anca, la colonna vertebrale toracica e lombare, il polso e la spalla. Di conseguenza, se non viene ricercata con l’uso di esami specifici, la malattia spesso viene diagnosticata a seguito di una frattura, che può essere provocata da un trauma di lieve entità.
A che età compare
L’impoverimento dell’osso comincia intorno ai trent’anni, ma nelle donne subisce un’accelerazione dopo la menopausa. L’incidenza dell’osteoporosi e delle fratture correlate aumentano con l’aumentare dell’età fino a colpire nell’arco della vita una donna su tre e un uomo su cinque. L’osteoporosi può essere prevenuta, diagnosticata (prima delle complicanze) e trattata per ridurre il rischio di incorrere in una frattura.
C’è osteoporosi e osteoporosi
Si distinguono:
- L’osteoporosi post-menopausale, correlata al calo degli estrogeni che si verifica in menopausa, che colpisce dal 5 al 29% delle donne in questo periodo della vita che interessa soprattutto le vertebre.
- L’osteoporosi senile che colpisce entrambi i sessi e si verifica in età più avanzata interessando fino al 6% della popolazione. Interessa tanto la colonna vertebrale quanto le ossa lunghe (ad esempio il femore), il bacino ed altre sedi.
- L’osteoporosi secondaria si verifica in corso di malattie endocrine (morbo di Cushing, malattie della tiroide e delle paratoroidi), di neoplasie (può essere facilitata anche da alcuni trattamenti anti-tumorali), di malattie croniche (bronco pneumopatia cronica ostruttiva, diabete mellito, scompenso cardiaco), di alcune malattie reumatiche (es. artrite reumatoide) e gastrointestinali (es. morbo di Crohn, celiachia) e per assunzione cronica di alcuni farmaci (cortisonici, anti-epilettici, immunosoppressori, ormoni tiroidei ecc.).
Fattori di rischio
I fattori di rischio per l’osteoporosi sono: l’età, il genere femminile, la familiarità (frattura dell’anca nei genitori), la presenza di frattura vertebrale o di osteopenia evidenziate alla radiografia, l’uso protratto (per più di tre mesi) di terapie corticosteroidee o l’impiego di farmaci in grado di contribuire alla perdita della massa ossea (es. inibitori delle aromatasi nelle donne con carcinoma della mammella; terapia di deprivazione androgenica negli uomini con carcinoma della prostata, eccesso di ormoni tiroidei, ecc), l’abuso di bevande alcoliche, il fumo di sigaretta, l’artrite reumatoide, le patologie endocrine (morbo di Cushing, ipertiroidismo non controllato, iperparatiroidismo primitivo, ipogonadismo, menopausa precoce, diabete mellito), alcune patologie dell’apparato gastro-intestinale (celiachia, malattie infiammatorie intestinali, interventi di chirurgia dell’obesità, malassorbimento), la magrezza eccessiva, la perdita di peso superiore al 10% dall’età di 25 anni e l’immobilità protratta.
Complicanze
La principale complicanza dell’osteoporosi è rappresentata dalle fratture, che sono soprattutto a carico di anca, colonna vertebrale, polso e spalla e che possono presentarsi anche dopo un trauma banale o spontaneamente.
Una frattura da osteoporosi rappresenta un importante fattore di rischio per una seconda frattura ed è anche un importante fattore di rischio di mortalità: si stima che il 28% delle donne e il 37% degli uomini ricoverati per frattura da osteoporosi muoiano entro un anno dalla frattura.
Gli esami da fare
La diagnosi di osteoporosi prevede la ricerca di eventuali fattori di rischio e la valutazione di possibili cause di osteoporosi secondaria e si può avvalere di diversi esami quali: la MOC (mineralometria ossea computerizzata, detta anche densitometria ossea), esame che andrebbe effettuato in tutte le donne oltre i 65 anni e negli uomini oltre i 70 anni, la morfometria vertebrale (una metodica di misurazione delle altezze dei corpi vertebrali dei tratti dorsale e lombare della colonna vertebrale) e l’esame radiografico della colonna vertebrale.
La MOC confronta la “densità” delle ossa del paziente con quelle di un adulto medio. Il risultato è il cosiddetto T-score, espresso in deviazioni standard (DS), che descrive la densità delle ossa del paziente a livello della colonna e dell’anca e di come questa si allontana da quella considerata normale in un giovane adulto dello stesso sesso e razza. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, un T-score inferiore a 2,5 DS (-2,5) è indicativo di osteoporosi, mentre un risultato compreso tra -1 e -2,5 DS è indicativo di osteopenia. Il test è normale se non si discosta di oltre una deviazione standard (-1 DS) dai valori considerati normali in un giovane adulto.
Cosa si può fare?
Il trattamento anti-osteoporosi va instaurato in chi abbia presentato una frattura dell’anca o vertebrale, in presenza di T-score ≤ -2,5 a livello del collo femorale o delle vertebre lombari, nelle donne in post-menopausa e negli uomini con più di 50 anni che presentino osteopenia (T-score compreso tra -1,0 e -2,5).
I farmaci utilizzati a seguito di prescrizione medica nel trattamento dell’osteoporosi comprendono i farmaci antiriassorbitivi come i bifosfonati, i modulatori selettivi dei recettori per gli estrogeni, la terapia ormonale sostitutiva, i farmaci anabolici, i farmaci con doppio meccanismo d’azione (antiriassorbitivi e anabolici) e gli anticorpi monoclonali come l’inibitore del RANK-L.
Il trattamento viene effettuato in genere per 3-5 anni consecutivi. Sarà in seguito il medico, sulla base delle caratteristiche individuali del paziente, a decidere se protrarlo ulteriormente.
L’Importanza di prevenire
La prevenzione dovrebbe iniziare durante gli anni dell’adolescenza e proseguire per tutta la vita tenendo sotto controllo i fattori di rischio e adottando tutte le misure che favoriscano la salute dell’osso.
Per contrastare l’osteoporosi è utile:
- seguire una dieta ricca di frutta e verdura, che preveda anche un adeguato apporto di calcio attraverso l’assunzione di latte, yogurt, formaggi, alimenti arricchiti di calcio, acque minerali ricche di calcio
- limitare l’assunzione di sale
- assumere una dieta con un adeguato apporto di vitamina D e ricorrere se necessario a supplementi vitaminici al di sopra dei 50 anni o in presenza di carenza di vitamina D
- esporsi ogni giorno al sole (per almeno 10 minuti)
- fare attività fisica regolare per rinforzare i muscoli, migliorare l’agilità, la postura e l’equilibrio
- smettere di fumare
- moderare l’assunzione di bevande alcoliche
- sottoporsi agli esami clinici e radiografici quando indicato.
La prevenzione delle fratture si realizza con la prevenzione delle cadute che espongono al rischio di fratture. Nelle persone anziane possono contribuire alle cadute anche i difetti della vista, i disturbi dell’equilibrio e l’uso di sedativi e tranquillanti. Gli anziani dovrebbero utilizzare scarpe dalla suola di gomma e quando indicato impiegare bastoni o deambulatori, la loro abitazione deve essere ben illuminata, sgombra da tappeti e disporre di punti di appoggio, in particolare in bagno.
Nota: Le informazioni riportate in questo articolo non devono sostituire la consultazione del medico o essere utilizzate per modificare la terapia.
Bibliografia
Ministero della salute. Osteoporosi. http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?id=125&area=Malattie_delle_ossa_e_delle_articolazioni
Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità. Osteoporosi. http://www.epicentro.iss.it/focus/osteoporosi/osteoporosi.asp
Ministero della salute. Linee guida per la prevenzione dell’osteoporosi. http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_1464_listaFile_itemName_0_file.pdf