Ci si sente sempre più stanchi, demotivati. Restii a seguire le solite raccomandazioni su lavarsi le mani e indossare le mascherine.
Tutto questo ha un nome. Si chiama “pandemic fatigue” che potremmo tradurre come stanchezza da pandemia. Perchè rappresenta un problema? Nel caso in cui le persone abbassassero la guardia, sconfiggere questa epidemia da coronavirus potrebbe essere sempre più difficile.
Per questo motivo, la sede europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha scritto un report, Pandemic fatigue. Reinvigorating the public to prevent Covid-19”, dove si suggeriscono alcune strategie per mantenere e rinnovare l’adesione della popolazione alle norme di sicurezza anti-Covid-19.
Da cosa dipende la pandemic fatigue?
La cosiddetta pandemic fatigue si può descrivere come una crescente demotivazione, da parte delle persone, nel mettere in atto i comportamenti protettivi raccomandati per la tutela della salute dei singoli e delle comunità. I messaggi che raccomandano di lavarsi le mani, indossare le mascherine e mantenere il distanziamento fisico sembrano essere, purtroppo, sempre meno efficaci.
Questo atteggiamento in realtà è del tutto naturale: all’inizio di una crisi particolarmente critica, la maggior parte delle persone è in grado di attivare un sistema di adattamento per sopravvivere al forte stress. Rimanere chiusi in casa e non poter più andare a lavorare dall’oggi al domani, con le scuole chiuse, il mondo fermo e la grande incognita del virus, sono tutti eventi molto stressanti. Quando questa situazione si protrae nel tempo, la stanchezza fisica e mentale prende il sopravvento: la percezione della minaccia diminuisce, le persone si abituano all’esistenza del virus, e questo avviene indipendentemente dai dati giornalieri su decessi e contagi. Allo stesso tempo, i disagi dovuti ai blocchi e alle restrizioni aumentano e i costi di queste privazioni possono sembrare più alti rispetto a quelli di contrarre l’infezione.
In tutto questo, emerge la necessità di comunicare in modo proattivo verso la popolazione per non far abbassare la guardia.
Strategie per coinvolgere le persone
Il documento dell’OMS propone quattro percorsi che i governi possono utilizzare per mantenere alta l’adesione alle raccomandazioni sulla prevenzione del contagio:
1) conoscere e comprendere le persone: capire che cosa si cela dietro questa demotivazione e che cosa la fa aumentare è il primo passo per risolverla, attraverso una comunicazione più mirata
2) rendere le persone parte della soluzione: coinvolgere la popolazione, presentando l’impegno in modo positivo, in modo da far comprendere quanto sia importante il comportamento individuale per il benessere della comunità
3) permettere di vivere le proprie vite: le persone hanno bisogno di tornare alle loro abitudini quotidiane, pertanto la strategia della riduzione del rischio può essere una risposta. I singoli possono riprendere la vita di prima, ma in modo più sicuro. Il messaggio quindi si trasforma da “non fare” a “fare in modo differente”
4) affrontare le esperienze di disagio delle persone: la stanchezza causata dal periodo può essere affrontata favorendo atteggiamenti come la resilienza e alleviando le difficoltà attraverso un sostegno economico, sociale, emotivo e culturale.
L’OMS, in questo documento, dà alcuni consigli operativi per mettere in campo queste strategie che andrebbero attuate secondo la situazione epidemiologica di ogni paese.