I robot potrebbero aiutare gli anziani ad invecchiare in modo più sereno. Parliamo di robot terapia o tecnologia assistiva, una nuova frontiera dell’assistenza alla popolazione geriatrica che potrebbe migliorare la gestione dell’invecchiamento della popolazione, sgravare i caregiver e ridurre l’impatto sulla sostenibilità dei sistemi sanitari.
Nel 2019, 703 milioni di persone nel mondo avevano più di 65 anni, cioè circa il 9% della popolazione globale; entro il 2050 questa proporzione salirà al 16%. In tutto questo, l’aspettativa di vita continua a crescere: in Italia siamo già oltre gli 84 anni.
L’invecchiamento della popolazione comporta una maggiore incidenza delle malattie correlate a questa fascia d’età, come la demenza senile. Secondo le stime attuali, entro il 2050 ci saranno oltre 130 milioni di persone con demenza in tutto il globo.
La robotica assistiva per gestire la demenza
La demenza mina l’autonomia dei soggetti anziani che, per questo motivo, sono spesso assistiti da caregiver, di solito membri della famiglia. L’assistenza comporta un grande sforzo, in termini fisici e mentali e diversi studi hanno già dimostrato come i caregiver che supportano persone con demenza sperimentino episodi di stress emotivo e psicologico, oltre ad ansia e depressione.
Una mano in questo senso potrebbe arrivare dalle tecnologie assistive intelligenti (in inglese, Intelligent Assistive Technologies o IAT) che compensano i deficit fisici, cognitivi e comportamentali specifici delle persone anziane o con demenza, e quindi riducono anche l’impegno del caregiver.
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Nello specifico, nella cura della demenza si usano quattro categorie di robot: robot di riabilitazione, robot di servizio, robot di telepresenza e robot di compagnia.
- I robot di riabilitazione possono supportare o assistere diverse funzioni fisiche o cognitive dell’utente, come il controllo dei movimenti e il cammino.
- I robot di servizio forniscono assistenza diretta ai pazienti nel completamento di una serie di attività della vita quotidiana.
- I robot di telepresenza forniscono il monitoraggio e l’interazione a distanza del paziente con il caregiver .
- I robot di compagnia offrono supporto psicosociale, compreso lo stimolo a risposte emotive positive.
Ma se funzionano così bene perché non sono diffusi?
Attualmente questi robot non rispondono pienamente alle esigenze delle persone anziane: i progettisti e gli sviluppatori non conoscono i reali bisogni e le aspettative di questi utenti, anche perché la ricerca sull’uso dei robot nella popolazione geriatrica è all’inizio e gli studi scientifici sulle persone anziane richiedono molto tempo. Senza contare che l’uso di nuovi dispositivi tra utenti anziani può essere ostacolato da diversi fattori come problemi di memoria, apprendimento e orientamento.
Per superare questi ostacoli occorrerebbe incentivare la ricerca e promuovere prototipi funzionali alle esigenze dell’utente.
Si parla a questo proposito di ricerca “user centred”, centrata sull’utente e guidata dai suoi bisogni e aspettative.
Per le persone anziane ci vorrebbero tecnologie con interfacce semplici e intuitive con la possibilità di personalizzare le funzionalità e che offrano utilità reale nella vita quotidiana.
Il lavoro della ricerca è appena iniziato, sarà lungo e complesso e dovrà affrontare non solo aspetti funzionali ma anche questioni sociali, legali ed etiche. La robotica assistiva potrebbe davvero aiutare nella gestione dell’invecchiamento della popolazione e del conseguente impatto sulla salute pubblica.