In particolar modo se durante l’anno, complici gli impegni scolastici, la mancanza di tempo e (magari) un po’ di pigrizia, l’attività fisica quotidiana non è stata molta, è questo il momento giusto per correre ai ripari. E, perché no, porre le basi per un autunno pieno di sport e salute.
Ma a quanti anni iniziare a fare movimento?
Praticamente dalla culla o poco più. Scherzi a parte, fin da quando i bambini gattonano o camminano, prima possibile, insomma. Dalla passeggiata allo svago all’aria aperta, dalla corsetta alla bici, ai giochi in acqua, tutte le attività di movimento vanno benissimo fin dalla più tenera età, poiché spesso sono forme motorie educative, oltre che propedeutiche ad attività sportive future. Senza contare che i giochi di movimento aiutano ad acquisire precocemente stili di vita attivi, aiutando così a contrastare fin da piccoli i rischi di una possibile inattività fisica, che li esporrebbe a conseguenze come sovrappeso e/o obesità.
Più in generale, le linee guida del Ministero della Salute indicano:
- di intervenire precocemente affinché il bambino acquisisca, fin dai primi anni, in modo piacevole e come un gioco, uno stile di vita attivo;
- il nuoto come unico vero sport praticabile fin dai primi mesi di vita, poiché consente uno sviluppo fisico armonioso e favorisce la coordinazione senza gravare in alcun modo sull’apparato locomotore (in acqua il peso viene annullato). In più è propedeutico anche allo sviluppo cognitivo e relazionale;
- 6/7 anni come l’età giusta per cominciare a praticare uno sport individuale (ginnastica, danza, sci, atletica etc.);
- dagli 8 anni, si può cominciare a praticare un’attività sportiva collettiva (come calcio, pallacanestro, pallamano, rugby).
Come scegliere lo sport più adatto?
Secondo gli esperti dell’età evolutiva, l’ideale sarebbe che i bambini sperimentassero diverse discipline, così da scegliere sulla base delle proprie preferenze, abilità e caratteristiche cliniche e morfo-funzionali. Le vacanze estive, per esempio, possono essere un momento ottimale per far provare ai bambini più attività sportive (esistono molti campi estivi comunali multi-disciplinari), per capire in quali di queste attività i piccoli riescono meglio ma, soprattutto, si divertono di più.
Se possibile, poi, fino ai 7-8 anni sarebbe opportuno che il bambino praticasse attività complete, che coinvolgono cioè in maniera bilanciata i diversi apparati, quali atletica leggera (marcia, corse, salti, lanci), nuoto e ginnastica.
Invece, in caso di sport “asimmetrici” come la scherma, il tennis, il tiro con l’arco o di attività che sollecitano in modo particolare la schiena (ad esempio la danza e la ginnastica artistica), sarebbe meglio associare un secondo sport in grado di “compensare” e ridistribuire l’impegno.
Lo sport impatta anche sullo sviluppo cognitivo e relazionale
Le discipline sportive collettive sono in genere apprezzate dai bambini dai 7-8 anni in poi (calcio, pallavolo, pallacanestro, pallanuoto e i meno comuni, per i giovanissimi, rugby, pallamano, hockey) in quanto riescono a coniugare con l’impegno atletico l’aspetto ludico e lo spirito di squadra, cioè la collaborazione al fine di conseguire un risultato.
Gli sport individuali (ginnastica, sci, nuoto, ciclismo, canottaggio, scherma, arti marziali eccetera) richiedono e sviluppano la capacità di resistere alla fatica, la capacità di concentrazione, il senso di responsabilità.
Il consiglio in più
Per scegliere l’attività sportiva più idonea a vostro figlio, il pediatra e il medico dello sport possono affiancarvi non solo per seguire e migliorare la crescita psico-fisica e sportiva del bambino, ma anche per consigliarvi nella scelta dello sport più adatto a seconda delle sue caratteristiche.
Fonte: http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_3_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=dossier&p=dadossier&id=16