Tubercolosi, una malattia ancora attuale e seria che può essere sconfitta. Cosa non bisogna sottovalutare

La tubercolosi rappresenta ancora oggi un grave problema di sanità pubblica a livello mondiale. È una delle prime 10 cause di morte in tutto il mondo. Nel 2015 10,4 milioni di persone hanno contratto la tubercolosi e 1,8 milioni sono morti a causa della malattia.
L’Europa ha sviluppato uno specifico piano di azione per gli anni 2016-2020 con i seguenti obiettivi per l’anno 2020:

  • ridurre del 35% i decessi per TBC
  • ridurre l’incidenza della TBC del 25%
  • raggiungere un tasso di successo del trattamento del 75%

Anche se il nostro Paese è definito dall’OMS “a bassa endemia” (si registrano meno di 10 casi di malattia ogni 100.000 abitanti), la maggior parte dei casi si verifica in soggetti appartenenti a categorie più deboli o che, più difficilmente, possono accedere ai servizi socio-sanitari.
Negli ultimi anni sono emersi, comunque, motivi di allerta:

  • nelle grandi città metropolitane l’incidenza di TB è fino a 4 volte maggiore rispetto alla media nazionale
  • il numero di casi di tubercolosi resistenti a più farmaci è in lento ma progressivo aumento e sono stati identificati anche in Italia casi di cosiddetta XDR-TB (forme tubercolari estensivamente resistenti, per le quali i farmaci attualmente disponibili non sono efficaci)
  • la proporzione di persone spesso non completano il trattamento antitubercolare, che richiede tempi lunghi di adesione, al di sotto degli standard richiesti dall’OMS
  • gli eventi epidemici sempre più frequentemente si verificano in ambito scolastico in alcune città italiane.

Come si trasmette

La tubercolosi si trasmette per via aerea, attraverso colpi di tosse o starnuti. La trasmissione può avvenire solamente da persone con TB attiva. Il periodo di incubazione (tempo intercorso tra l’infezione e i primi segni di malattia) va dalle otto settimane a tutta la vita.
La maggiore probabilità di progressione verso la malattia è entro i primi due anni dall’infezione, la metà di tutti i casi di malattia si verifica entro cinque anni dall’infezione. Le persone con infezione da TBC latente non sono mai contagiose.
Il rischio di trasmissione, nei casi di TB attiva, è determinata:

  • da fattori propri del paziente
  • dal tipo di contatto con l’ambiente circostante.

Il livello di contagiosità dei pazienti TB dipende dalla concentrazione di batteri nell’espettorato, dalla gravità della tosse e dalle pratiche igieniche attuate dal paziente. In generale, la maggiore probabilità di trasmissione è data dal contatto più stretto e/o più frequente.
Dopo due settimane di trattamento, le persone con tubercolosi attiva non resistente agli antibiotici cessano di essere contagiosi. Se qualcuno viene infettato, saranno necessari almeno 21 giorni, o 3-4 settimane prima che questo possa trasmettere la propria malattia agli altri

La tubercolosi è asintomatica

La più frequente è la tubercolosi polmonare, anche se la malattia può infettare qualsiasi parte del corpo. Purtroppo la tubercolosi polmonare è asintomatica. Spesso i sintomi iniziali sono poco specifici: tosse, perdita di peso, dolore toracico, febbre e sudorazioni; in caso di malattia conclamata, è di solito presente tosse per settimane o mesi, eventualmente accompagnata da sangue nell’espettorato.

Diagnosi

La TB è una malattia infettiva curabile e può essere sconfitta con le cure appropriate, ma soprattutto con la diagnosi precoce dei soggetti malati, cioè dei soggetti con TB attiva e quindi infettiva. Una diagnosi precoce consente di adottare gli opportuni interventi terapeutici e di ottenere la guarigione.
L’esame preliminare più diffuso, per diagnosticare una forma tubercolare, è il test della tubercolina (Mantoux), seguito poi da altri esami diagnostici.

Come si cura?

La terapia può durare da 6 mesi a 18-24 mesi. Per evitare che si instauri una resistenza ai farmaci antitubercolari, l’OMS e le Associazioni scientifiche hanno studiato una strategia chiamata DOT (Directly Observed Therapy), dalle lettere iniziali delle parole inglesi che significano Terapia Osservata Direttamente, ossia un regime di terapia, con cui il sanitario si assicura che il paziente assuma la sua dose di farmaci ogni giorno. Con questo tipo di trattamento terapeutico, seguito “diligentemente”, il periodo di cura della TB si riduce a circa 6-8 mesi. Introdotta negli anni ’90, la DOT è considerata, attualmente, uno dei metodi più efficaci per curare la TB e per evitare l’insorgenza della resistenza agli antibiotici.
Fonte: http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?id=208&area=Malattie_infettive